Investire in arte è ancora redditizio?
Investire in arte è ancora redditizio? Questa è una delle domande che mi vengo spesso rivolte dai miei clienti e dai collezionisti. Ebbene a questa domanda mi è agevole rispondere SI. Ovviamente bisogna sapere cosa comprare.
Dopo il recente record newyorkese per un quadro di Francis Bacon venduto a 142,4 milioni di dollari, il mercato dell’arte sembra essersi rinvigorito in tutto il mondo. L’eco del top price ha risvegliato il settore delle compravendite non solo delle “star” dell’arte, come era avvenuto negli ultimi anni. L’interesse per gli artisti del Post War è un dato evidente, seguono nei risultati i capolavori del Post War, in entrambi i casi a far la differenza sono le opere. La clientela è sempre più esigente e acquista opere di rilevanza storica. Hanno influito positivamente sul andamento di mercato globale il rafforzamento della sterlina sul dollaro e la continua crescita dell’euro. Vorrei però focalizzarmi sul segmento degli Old master,poiché spesso ricevo domande su tale mercato.
I risultati del II semestre del 2013 sono interessanti e lasciano ipotizzare ottimismo per il 2014.
Ho osservato i risultati delle due maggiori case d’asta:
Alla Sotheby’s il 3 luglio a Londra si è tenuta la grande serata dei dipinti antichi “Old Masters” che ha ottenuto buoni risultati. Quello che è più importante rispetto ai risultati è l’interesse che si è ridestato rispetto al settore poiché è da segnalare la partecipazione di collezionisti provenienti da 33 paesi che hanno preso parte alla vendita con partecipazioni record per gli attori provenienti da Asia e Medio Oriente. In particolare, spicca un compratore di origine russa che durante la serata ha acquistato opere per oltre 22 milioni di sterline. Il numero di acquirenti russi è aumentato notevolmente (circa +25% rispetto all’anno precedente), sia sull'arte antica che sugli altri settori.
Alla Christie’s il 2 luglio, sempre a Londra, ha avuto luogo l’asta “Old Master & British Paintings Evening Sale”, dove erano presenti quadri provenienti dalle scuole italiane, fiamminghe e inglesi con stime di partenza rilevanti. Anche in questo caso il dato più interessante è l’interesse internazionale al reparto Old Master , in sala erano presenti collezionisti dall’Asia, Medio Oriente, Sud America e Russia. In questa asta è stato venduto un Canaletto a 8,4 milioni di sterline.
Per quanto concerne il mercato dell’arte italiano i segnali seppur timidi non sono mancati, l’asta milanese di novembre ha infatti realizzato un ottimo fatturato, ben 9 milioni di euro. A tal punto devo dire per onor del vero che ancora oggi fanno meglio gli “italiani all’estero”. Mariolina Bassetti, Chairman di Christie’s Italia e Direttore dell’Italian Sale, ha commentato: “La tredicesima edizione dell’Italian Sale di Christie’s ha raggiunto un totale di 31.6 milioni di euro polverizzando il precedente record. Nel corso degli anni, l’arte italiana moderna e contemporanea ha saputo attrarre un’audience sempre più internazionale, crescendo in modo sano e graduale.” Protagonista assoluto Lucio Fontana, con addirittura 6 opere piazzate nella top ten. Ottimi risultati anche per Alberto Burri, artista sempre più ricercato dal mercato, a cui il Guggenheim di New York dedicherà una retrospettiva nel 2015.
Inoltre la mostra del Futurismo italiano al Guggenheim di New York ridesterà nuovo interesse internazionale sul movimento, a mio parere sin troppo offuscato in Patria da ragioni partitiche.